martedì 10 aprile 2012

Inutile prova di forza. Sgomberi a Trezzano


Apprendiamo degli sgomberi  effettuati nella giornata del 4 aprile tra le ex cascine Antonietta e Guardia di Sotto, al confine tra Trezzano e Corsico, da parte di agenti della polizia locale di entrambi i comuni ai danni di una piccola comunità Rom lì stanziata.
Ritenendo questi  tipi d’interventi assolutamente inutili, ciò che più ci lascia esterrefatti sono le  dichiarazioni del sindaco Tomasino  sull’operazione, maestro insieme alla sua sempre più improbabile giunta, nell’ applicare strategie di facciata, illusoriamente ed astrattamente positive ma che nella sostanza non apportano alcun cambiamento o miglioria.
 Il Primo cittadino trezzanese ha così dichiarato: “[…]ritengo, nello stesso tempo, sia fondamentale ripensare e mettere ordine ad aree, come quella sgomberata oggi, troppo degradate, abbandonate e che, oltre a diventare rifugio per disperati con occupazioni abusive, vengono trasformate in discariche a cielo aperto. Una situazione insostenibile e sulla quale la politica deve impegnarsi a individuare soluzioni".
Quali soluzioni? Siamo sicuri che cacciare via un gruppo di “disperati”, come li epiteta il sindaco, sia davvero una soluzione? E cosa potrebbero fare ora, questi ultimi, se non trasferirsi tristemente  in un’altra area, magari neanche tanto lontano dalla precedente e che mostri ancora caratteri di degrado e insalubrità?
Il dramma dell’ esclusione, del rigetto, del razzismo benpensante borghese, degli sgangherati e ipocriti commenti buonisti del “vogliamo aiutare tutti, anche voi!” privi di successive azioni concrete, le comunità zingare li vivono sulla loro pelle ormai da troppo tempo.
La particolare situazione vissuta dai Rom non può continuare ad essere ostaggio degli stereotipi, il più delle volte gridati con furore ma privi di prove tangibili, del “rubano, sporcano, violentano e rapiscono i bambini”. Queste comunità, ricche di storia e di cultura, e il dramma da loro vissuto meritano di più di un brutale e disinteressato “colpo di spugna”. Non è cacciando chi ha bisogno che si migliora la sua condizione. La pratica del “lavarsene le mani”, purtroppo, sembra essere ben radicata anche negli uffici di via IV Novembre, ma tutto ciò risulta ancor più inammissibile se accompagnata da dichiarazioni improbabili.
D’altronde, il girarsi dall’altra parte per non vedere i problemi, del nascondere la polvere sotto il tappeto, sembra piacere molto alla destra e al suo elettorato, al mondo cattolico pidiellino e non solo.

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