venerdì 27 gennaio 2012

La riforma della legge elettorale: difficoltà e speranze


Il dibattito sulla necessità della riforma dei meccanismi per la selezione della rappresentanza parlamentare è attualmente uno dei temi dominanti nella politica italiana.
Il fatto è che la legge elettorale maggioritaria introdotta nel 1993 ha prodotto così tanti danni al nostro Paese che anche i suoi più convinti sostenitori faticano ad occultarne i disastri.

Una conflittualità esasperata tra due schieramenti estremamente eterogenei e una drammatica personalizzazione del confronto politico hanno portato l’Italia ad una perenne ingovernabilità che è anche alla base del suo indiscutibile declino morale ed economico.
Diverse sono le proposte di modifica ma, essenzialmente, la discussione si incentra su due posizioni:
a)    chi punta a cambiare tutto per non cambiare niente lasciando inalterato il sistema maggioritario tendenzialmente bipartitico introdotto nel 1993 (per esempio attraverso i referendum truffa promossi dall’IDV e da altri soggetti, dichiarati inammissibili dalla Corte Costituzionale)
b)    chi propone la realizzazione di un sistema proporzionale che, rispettoso della pluralità dei soggetti politici presenti nel nostro Paese, attraverso una più razionale dialettica democratica produca coalizioni di governo più omogenee ed opposizioni più efficaci.
A sostegno della prima posizione stanno quelle componenti trasversali ai diversi schieramenti che hanno fatto della personalizzazione e dell’americanizzazione del sistema politico il loro credo assoluto. A sostegno della seconda una notevole varietà di soggetti che, seppure con motivazioni diverse, concordano nel giudicare fallimentare il sistema politico maggioritario bipolare ed a considerarlo uno dei principali problemi che ostacolano anche la ripresa economica dell’Italia.
L’attuale legge elettorale maggioritaria, il cosiddetto Porcellum, ha prodotto il Parlamento dei nominati, degli Scilipoti dei Razzi e dei Calearo, dei “Responsabili” e delle “Escort” ed ha lasciato senza rappresentanza forze politiche che nel loro complesso oggi, secondo gli ultimi sondaggi, rappresentano quasi un quinto dell’intero elettorato. Andrebbe certamente cambiata per ridare dignità al nostro Paese e per restituire agli elettori la capacità ed il potere di eleggere i propri rappresentanti. Per fare questo basterebbe abolire lo scandaloso premio di maggioranza (che consente ad una minoranza nel Paese di diventare maggioranza in Parlamento) e reintrodurre il voto di preferenza ma tanta è l’irresponsabilità di larga parte delle principali forze politiche e di diversi costituzionalisti nostrani che dubitiamo ciò avvenga mentre, molto probabilmente, assisteremo alla solita soluzione gattopardesca che, nella sostanza, lascerà tutto uguale costringendoci ancora una volta alle ennesime scandalose elezioni farsa.

Edoardo Pascarella

* Tratto dal N°12 de "Le Voci del Naviglio"

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