mercoledì 18 gennaio 2012

Salviamo l'Iran dalla macelleria imperialista!

Come giustificare un’ invasione militare screditando un paese e il proprio presidente.


Mahumd Ahmadinejad è universalmente accusato di essere un pazzo criminale; in alcuni casi tali accuse si sono spinte tanto lontano arrivando ad associarlo a un personaggio come Hitler. I più, vedono in lui una sorta di folle fondamentalista guerrafondaio, che nega l’olocausto e minaccia continuamente di morte l’ occidente, che affama la sua gente con politiche scellerate obbligandoli, inoltre, ad un sempre maggiore oscurantismo religioso. In pochi sanno, però, che in realtà, il presidente iraniano, eletto per la prima volta nel 2005 con circa 28 milioni di voti a favore e nuovamente nel 2009 con più di 24 milioni su 39 espressi, non corrisponde precisamente al personaggio diabolico dipinto dall’ occidente.
La maggior parte di queste speculazioni vennero fatte conoscere al grande pubblico dai nostri principali mass media intenti, con la loro proverbiale obiettività, a descrivere le manifestazioni avvenute all’ indomani delle elezioni presidenziali tenutesi nel 2009. Queste, che vennero indicate come il risveglio del popolo iraniano contro il mostruoso regime degli Ayatollah e del dittatore Ahmadinejad, si tennero unicamente tra le strade di Teheran, capitale anche economica del paese, e interessarono soprattutto esponenti del mondo universitario e della ricca borghesia cittadina, appoggiati dal leader riformista Mousavi nonché ex braccio destro dell’ Ayatollah Khamenei.
In pochi hanno però voluto ricordare di come queste manifestazioni non abbiano, in alcun modo, interessato i ceti popolari urbani e quelli contadini delle campagne, di come l’accusa di brogli lanciata da Mousavi per giustificare la vittoria di Ahmadinejad non possa reggere di fronte all’ enorme sproporzione di voti raccolti tra i due (Mousavi ottenne poco più di 13 milioni di voti a favore) e di come, il presidente iraniano, abbia applicato numerose politiche sociali nei suoi anni di presidenza che gli hanno permesso di ottenere un forte appoggio da parte dei ceti più disagiati, che rappresentano la stragrande maggioranza del paese. Alcuni esempi sono l’assistenza sanitaria gratuita a 22 milioni di iraniani, l’aumento degli stipendi  del 30% agli insegnanti, il pagamento delle bollette ai più poveri e l’aumentato delle pensioni del 50 % permettendo così, agli anziani, di poter arrivare a fine mese.
Un altro mito da sfatare riguarda invece la negazione dell’ olocausto. In vari discorsi dinnanzi alle Nazioni Unite, Ahmadinejad, ha fortemente attaccato lo stato di Israele accusandolo di perpetrare numerosi crimini nei confronti del popolo palestinese. I leaders filoamericani, il più delle volte, ovviamente, hanno abbandonato scandalizzati l’aula e, successivamente, i media occidentali hanno diffuso la falsa notizia della negazione dello sterminio degli ebrei. In realtà egli ha attaccato più volte l’imperialismo dominante, che usa l’Olocausto facendone un mito con l’intenzione di mettere a tacere le voci critiche e giustificare i piani di guerra. Egli ha più volte affermato inoltre che “Se la civiltà consiste nell’aggressione, nel disprezzo delle nazioni oppresse, nella soppressione di chi cerca giustizia, nella povertà della maggior parte del mondo, allora noi disprezziamo questo tipo di civiltà” e “noi ci chiediamo, se avete commesso questo terribile crimine, perché la Palestina deve essere punita al posto vostro? Se avete commesso un crimine sarete voi stessi a pagare!La nostra offerta era e rimane la seguente: Israele venga trasferito in Europa, in Canada o negli Stati Uniti. Resta inteso che se gli Israeliani seguiranno questa linea la gente iraniana non opporrà obiezioni”.
Ora, il nome dell’ Iran e del suo presidente sono tornati alla ribalta. Da tempo viene indicato il paese islamico come futuro obiettivo militare degli USA e dei suoi alleati. La scusa della POSSIBILE costruzione di una bomba atomica sul suolo iraniano, che POTREBBE essere utilizzata in maniera non consona all’ordine mondiale voluto dagli Stati Uniti, suona ridicola e non credibile, soprattutto grazie al fatto che queste accuse vengano lanciate da paesi come gli USA, Francia e Israele che possiedono reciprocamente 8.500 armi nucleari i primi, circa 300 i secondi e dalle 150 alle 400 unità i terzi (l’incertezza è dovuta al fatto che Israele non ha mai dichiarato ufficialmente di possederle). Ovviamente, le ragioni del possibile conflitto militare sono da ricercare in quelle cause che, negli ultimi anni, hanno provocato le principali guerre in paesi del Medioriente e del Nord Africa come Iraq, Afghanistan e Libia e cioè: il controllo dei pozzi petroliferi e l’occupazione di una zona altamente strategica sia dal punto di vista economico e militare data la sua vicinanza a nazioni come l’India, la Cina, la Russia e la Corea del Nord.  Diviene ora fondamentale cercare in tutti i modi di scongiurare il futuro attacco imperialista voluto dallo Zio Sam per evitare ulteriori massacri e spargimenti di sangue innocente, dal momento, inoltre, che una guerra contro l’Iran potrebbe risvegliare in maniera irrevocabile l’odio accumulato, in tutti questi anni, da quei paesi che da tempo si sentono minacciati nella loro indipendenza politica ed economica dall’ occidente statunitense come la Cina, la Russia, la Bielorussia, la Siria, il Venezuela, Cuba, la Corea del Nord e via dicendo.
Uno scenario che potrebbe ricordare molto due guerre mondiali terribili che la gente, ha purtroppo da tempo dimenticato o voluto dimenticare.

Mattia Scolari

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