Circa 60.000 profughi sono sbarcati sulle coste italiane durante la guerra in Libia l’anno scorso.
Oggi, 22.000
di quei ragazzi risiedono ancora sul territorio italiano, ospitati da alberghi,
cooperative sociali e associazioni grazie ad una speciale convenzione, stipulata
con la Protezione Civile che si è occupata di questa emergenza, che scadrà il
prossimo 31 dicembre.
Il 1
gennaio, perciò, verranno tutti messi alla porta dalle strutture dove ora
risiedono.
In vari
paesi del Sud ovest milanese sono ospitate comunità di questi rifugiati.
Intervistiamo A., camerunese, che insieme ad altri 20 ragazzi circa è ospitato
a Corsico, presso l’Hotel Naviglio Grande. Nessuno di loro ha un lavoro,
nonostante le continue ricerche si sono sempre visti sbattere la porta in
faccia. La maggior parte dei soldi che ricevono vanno all’hotel per pagare il
soggiorno, quel poco che rimane (circa 75 € al mese) basta a malapena per
comprare il cibo e il vestiario necessario.
Abbiamo letto che in
alcune parti d’ Italia le istituzioni locali e regionali si stanno muovendo per
cercare una soluzione al vostro problema. Sapete se sta accadendo anche nella
vostra zona? Avete avuto un incontro con loro?
Sinceramente crediamo di no. Il comune di Corsico non ci ha
comunicato nulla, figurarsi le altre istituzioni. A Corsico non abbiamo
contatti con le istituzioni, praticamente non ne abbiamo quasi mai avuti: non
parlano con noi, non li vediamo mai. Intrecci, la cooperativa che ci ha gestito
sul territorio da quando siamo arrivati, ci ha solo detto che la convenzione
con l’ hotel termina il 31 e che dobbiamo prepararci ad andarcene.
Credete ci sia stata,
da parte delle istituzioni, la volontà di avviare un progetto per il vostro
inserimento territoriale? Per esempio, dopo più di un anno, nessuno di voi ha
ancora un lavoro …
Assolutamente non dal comune di Corsico. Da parte loro non
c’è stato alcuno sforzo. Intrecci ha cercato in qualche modo ma con scarsi
risultati. Il problema è soprattutto il lavoro. Ci dicono continuamente che è
dura anche per gli italiani, ma la nostra situazione è diversa. Ne avremo bisogno
per rinnovare i permessi di soggiorno, il nostro è un passato di guerre,
miseria e persecuzioni. Credo non ci sia stata da parte di nessuno la volontà di aiutarci in questo senso. Chiedevamo
anche solo delle attività per tenerci occupati, magari acquisire competenze, per
fare conoscenze. In altre zone sappiamo che si sono attrezzati per organizzare
dei corsi di formazione. Per noi nulla.
Avete in mente cosa
farete una volta lasciato l’hotel? Vorresti fare qualche richiesta?
Non abbiamo idea di cosa faremo. Siamo disperati e questa
situazione ci spaventa. Non abbiamo idea di dove andare anche perché la
situazione che siamo stati costretti a vivere, da quando siamo arrivati, non ci
ha permesso di inserirci pienamente nel territorio. Speriamo che le istituzioni
come il comune, la regione o chi di competenza si mobilitino per trovarci una
soluzione. I pochi soldi che ci sono stati destinati dall’ Unione Europea non
ci permettono di poter sopravvivere senza l’aiuto dell’ alloggio. Tra l’altro
non sono stati amministrati da noi e quindi non abbiamo potuto gestirli di conseguenza
alle nostre necessità e volontà. Siamo senza soldi e senza lavoro, tra poco
senza un tetto. Che ne sarà di noi?
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