giovedì 6 dicembre 2012

Pyongyang, l'altra Corea di Davide Rossi


La Repubblica Popolare Democratica di Corea, meglio conosciuta come Corea del Nord, nacque nel 1945 a seguito della capitolazione giapponese e la liberazione del territorio dall’oppressione coloniale.
Di questo paese viene da sempre mostrata un’immagine distorta e poco veritiera, accusandone i vertici politici di aver costituito un mostruoso regime totalitario capace di qualsiasi nefandezza. Alla base vi è ovviamente l’interesse di quelle potenze che, durante la guerra guerra fredda e, oggi, in seguito all’ascesa cinese, si sentono in dovere di poter screditare chiunque non si sottometta al padrone statunitense.
Il libro di Davide Rossi “Pyongyang, l’altra corea”, diario di viaggio dei 10 giorni vissuti nella capitale nordocreana, vuole innanzitutto smentire gran parte delle bugie e delle falsità raccontateci dai media occidentali e, in secondo luogo, dare un visione veritiera, non deformata da stereotipi e pregiudizi, di questo piccolo stato, che l’autore si appresta a definire un paese normale come tanti altri.
Nella prefazione, il professore Maurizio Scaini, docente di geo-strategia a Trieste, spiega di come questo alone di mistero e terrore che aleggia in torno al “Regime eremita” nordcoreano sia accentuato, inoltre, dalla mancanza di conoscenza del paese da parte dell’ occidente, dal moment che dei circa 20.000 turisti che ogni anno si recano a visitare il paese solo il 10% è europeo.
Uno degli errori più grossolani commessi dai nostri media e politici locali è sicuramente quello di definire la Corea del Nord un paese di ideologia “stalinista”, mentre l’ideologia ufficiale è la “Juche”, pensiero teorizzato da Kim Il-Sung, padre e primo presidente, che mira ad unire il confucianesimo, il marxismo-leninismo e la stessa cultura coreana. Tratto distintivo il voler porre al centro della sua riflessione la persona come artefice del proprio destino, tanto che lo stesso Kim Il Sung la descrisse come l’idea secondo cui: "l'uomo è il padrone di ogni cosa e decide ogni cosa".
Nelle pagine che raccontano il viaggio, Rossi, ci fa immergere nelle giornate, trascorse tra il 10 e il 19 aprile del 2012, a Pyongyang, descrivendo le sue libere passeggiate mattutine e nella romantica città notturna:Depositati i bagagli, esco a fare due passi, sfidando la pioggia senza ombrello. Smentendo ancora, anche in questo caso, le solite isterie dei cronisti occidentali, mi muovo solo del tutto liberamente”.
Riporta delle lunghe chiacchierate con la guida, Kim Won Il, che illustra le caratteristiche principali ed aspetti inediti del paese; nota i sorrisi e la cordialità nei gesti della gente e si sofferma, in modo particolare, ad osservare gli aspetti, anche minimi, della normale vita quotidiana delle persone residenti nella capitale. E’ nota al mondo occidentale, sempre in virtù della diffamazione nei confronti della Corea, la notizia secondo cui regnerebbe un’ imposta omologazione tra la popolazione; lo scrittore, pertanto, osservando i vestiti indossati dalle persone afferma: “ciascuno è vestito come più gli pare, anche se prevalgono abiti seri e scuri”.
Tra indicazioni storiche e politiche, visite di monumenti e racconti di partecipate e vissute manifestazioni popolari (alle quali ci tiene a precisare non è imposto alcun obbligo di presenza, tanto che molte persone continuano il loro tran tran giornaliero in giro per la città) ci porta a compiere un vero e proprio viaggio nella storia di questo paese, rimanendo affascinato dalla semplicità e dalla spensieratezza della vita tanto che i militari, accusati dall’ occidente di essere lo strumento governativo utilizzato per opprimere e controllare il popolo, “Dissodano terreni,costruiscono strade e, come ho visto oggi a Pyongyang, si occupano della raccolta dell’immondizia e della sua successiva differenziazione”.
Alla fine del diario vengono presentato una serie di leggi coreane relative alle tematiche de lavoro,della salute e sulla tutela dell’ambiente. La post fazione, infine, è curata da Flavio Pettinari, delegato ufficiale per l’Italia della KFA(associazione di amicizia Italia Nord-Corea) il quale, come noi, si augura che quest’ opera possa essere“da stimolo a chi voglia approfondire o anche iniziare la conoscenza della Corea Socialista”.

F.S.

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