venerdì 21 settembre 2012

Legge elettorale: cambiare tutto per non cambiare niente!





Tra i provvedimenti che le principali forze politiche italiane dicono essere tra i più necessari ed impellenti sembra esserci la modifica dei meccanismi di selezione della rappresentanza parlamentare da realizzare, molto precipitosamente, in quest’ultimo scorcio di legislatura.
Le attuali Camere, peraltro assai screditate, sulla spinta di eterogenei interessi vorrebbero quindi cambiare la legge elettorale sostituendola con nuove regole che, per alcuni, favoriscano in qualche modo il mantenimento dell’attuale quadro politico, per altri, consentano la riproposizione dell’ormai logoro schema bipolare attraverso risibili correzioni.
Le principali centrali economiche del Paese tengono, in tutta evidenza, a mantenere in sella l’attuale Governo o comunque qualcosa di molto affine, in grado di proseguire le politiche di austerità a senso unico in atto cioè politiche che continuino, secondo i più genuini dettami neoliberisti, a comprimere salari e diritti dei lavoratori, a distruggere lo Stato sociale (in primo luogo Pensioni, Sanità e Scuola pubblica), a eliminare definitivamente l’intervento pubblico in economia favorendo contestualmente la totale affermazione della rendita e della speculazione finanziaria anche attraverso la retorica, sempre più ridicola, della bontà assoluta dell’imprenditoria e dell’iniziativa privata.
I nuovi meccanismi elettorali prevederebbero un premio di maggioranza (forse uno scandaloso 15%) da assegnare al Partito che ottiene più consensi e non, come avviene attualmente, alla coalizione più votata oltre ovviamente a soglie di sbarramento sempre più elevate ed antidemocratiche.
Siccome è prevedibile, stante i più recenti sondaggi, che nessuna forza politica possa ottenere più del 30/35 % delle preferenze che gli consentirebbero, con il premio, di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento è molto probabile che sia necessario formare un nuovo governo di larga coalizione, come l’attuale, sostenuto dai principali Partiti italiani disposti, come ora, a continuare le politiche antipopolari del Governo Monti.
Tutto dipenderà dai consensi che le singole forze politiche otterranno e da quali formazioni riusciranno a superare le vergognose  soglie di sbarramento.
Soggetti politici come il movimento di Beppe Grillo, che erode voti soprattutto ai principali Partiti senza però essere capace di ottenere la maggioranza dei consensi, rendono di fatto molto difficile, se dovessero passare le nuove norme elettorali, la costituzione di un governo classicamente di centrosinistra o di centrodestra capace di avere un’autonoma maggioranza in Parlamento, cosicché chi propone la necessità di proseguire sulla strada di un governo di larga coalizione come unica soluzione possibile ne viene oggettivamente avvantaggiato. L’enorme spazio che i principali mezzi di comunicazione di massa dedicano alla necessità di modificare la legge elettorale e al fenomeno Grillo si spiegano anche con queste motivazioni.
A chi vorrebbe evitare tutto questo e riproporre uno schema bipolare più spinto non resta che cercare di mantenere paradossalmente in vita, con leggere modifiche, l’attuale legge elettorale da loro stessi definita però come… “Porcellum”!
Questo obiettivo appare perciò alquanto difficile da realizzare anche perché faticano ad emergere e concretizzarsi, date le crescenti divisioni all’interno dei principali schieramenti politici, soluzioni e leader credibili in alternativa all’attuale Governo.
Insomma i giochi sono ancora tutti aperti ma le quotazioni per la costituzione di un Governo Monti bis dopo le prossime elezioni sono senza dubbio decisamente in rialzo!

Edoardo Pascarella 
*Tratto dal N°19 de "Le Voci del Naviglio"


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