giovedì 8 settembre 2011

La storia di Mohammed, uno dei 36 profughi ospitati a Trezzano

In questo post pubblichiamo la storia di uno dei ragazzi africani ospitati all’ Hotel Eur di Trezzano. Questo ragazzo, di appena 21 anni, è gentilissimo e veramente una brava persona. Abbiamo stretto un forte legame con lui e ci dispiace moltissimo che sarà tra quelli che verranno spostati dalla questura verso una nuova destinazione che presumibilmente dovrebbe essere l’ Hotel Naviglio Grande di Corsico. Venerdì 9, in mattinata, saremo lì a protestare anche per lui, perché i suoi diritti e le sue richieste vengano rispettati .Ovviamente non lo abbandoneremo, continueremo a mantenerci in contatto, perché lui possa continuare a sentirsi amato e ben accetto. Pochi giorni fa ha ottenuto dalla questura di Milano il permesso di soggiorno e l’ ok per poter svolgere una qualsiasi attività lavorativa. Speriamo che questa pubblicazione possa aiutarlo a realizzare il suo sogno più grande: trovare un occupazione e  poter restare nel nostro paese.

Mi chiamo Mohammed Awal Salif Wajah. Sono nato in Ghana  il 15-03-1990 e vengo dal nord est del paese, dalla regione di Baw Ku. Mio padre apparteneva alla tribù “Dagomba” mentre mia madre alla tribù “Cocomba”. Entrambe le tribù si trovano nella medesima regione e purtroppo sono entrambe in guerra l’una contro l’altra. Nel 1998 mio padre morì a causa di tale guerra e così numerose altre persone della mia famiglia morirono sempre a causa di questa,  nella cittadina di Chabobo. A causa di questi fatti mia zia scappò in Libia. Mia madre decise quindi di scappare con me in Libia, per raggiungere mia zia e per salvarmi la vita, nel 1998 quando avevo 8 anni. Sono l’unico figlio rimasto in vita dei miei genitori. Per raggiungere la Libia ci impiegammo 10 giorni. Vivemmo i primi 5 anni nel villaggio chiamato Gattron, successivamente ci trasferimmo a Zawiya quando avevo 13 anni, nel 2003. A quell’ età mia madre mi rivelò ciò che successe alla mia famiglia in Ghana. Mi spiegò come nel nostro paese non era rimasto nessuno dei miei parenti e che quindi avremmo dovuto costruirci una nuova vita in Libia. Non posso più tornare nel mio paese soprattutto per la guerra che tutt’ ora incorre tra le 2 tribù della mia regione. In Libia facevo il conduttore di trattori ed ero estremamente abile nella mia occupazione, ma quando scoppiò il conflitto dovetti abbandonare il mio lavoro. Non potevamo andare in nessun luogo: tornare in Ghana per noi significherebbe la morte. Mia madre è inoltre molto vecchia e ciò rendeva ancora più difficile la possibilità di fuggire. La guerra è mostruosa, solo per questo abbiamo deciso di tentare la fuga  ma fummo catturati e imprigionati da alcuni soldati. Eravamo più o meno 400 ad essere imprigionati, molti di questi morirono e fra essi anche mia madre. Chi sopravvisse, come me, venne messo su una nave imbarcata verso una direzione ignota. Dopo quattro giorni di navigazione arrivammo in Italia e venni trasferito a Trezzano. Sono qui per iniziare una nuova vita, vorrei restare a Trezzano perché qui mi trovo bene, ma verrò probabilmente spostato a Corsico. Vorrei fare un appello ai cittadini italiani che fin’ ora sono stati molto buoni con me : “Aiutatemi a restare in Italia!”. Grazie di tutto.

Mohammed

*Ovviamente Mohammed non sa ancora scrivere ne parlare fluentemente in italiano, anche se con costanza e tenacia ed un dizionario come amico, riesce già ad articolare qualche frase nella nostra lingua che, dobbiamo ricordarlo, per queste persone, è molto difficile da imparare. Il testo è stato scritto in Inglese, idioma che maneggia sia dal punto di vista della scrittura che della parola con estrema bravura. La traduzione in italiano è stata curata da noi.

2 commenti:

  1. Scusate, ma non ho capito perché una sistemazione a Corsico si prospetti come così drammatica!

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  2. No, il problema non è Corsico in sè. Bisogna ammettere, anzi, che sia noi che i ragazzi africani ci siamo resi conto di come a Corsico, questi,sarebbero stati seguiti molto meglio trovando un appoggio da parte del comune inesistente invece a Trezzano.Mohammed ci ha scritto la sua storia ancor prima di sapere dove sarebbero stati sopstati; si sapeva che sarebbero andati a Corsico, ma non in quale struttura.Mohammed e gli altri ragazzi inoltre risiedevano a Trezzano da vari mesi, avevano iniziato quindi ad avere amici, a conoscere il paese e quindi si sono spaventati di fronte all' essere trasferiti in un luogo del quale non si conosce niente e nessuno. Bisogna inoltre ricordare che questi ragazzi hanno più volte vissuto l'abbandono del paese/luogo conosciuto per essere spediti alla deriva di un futuro incerto, nel caso di Mohammed nei viaggi Ghana-Libia e poi Libia-Italia.Quindi bisogna anche tener conto del profilo umano di queste persone, che si sono trovate bene in un luogo(Trezzano)e si erano affezionate ad esso.

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